Tanta gente, specialmente quando deve affrontare dei problemi o si trova nel bisogno, si coinvolge in qualsiasi iniziativa, sia essa lavorativa o di altro tipo, in cui non ha alcun controllo, finendo per rendere le cose peggiori.
Questo articolo parla dei tre maggiori errori che commettiamo in questo ambito.
Ricordo una simpatica scena del film Superman del '78 con il compianto Christopher Reeves. Lois Lane sta cadendo da un grattacielo e Superman, facendo la sua prima apparizione pubblica, vola verso di lei e l'afferra tenendola in braccio. La donna guarda l'uomo d'acciaio attonita e lui la tranquillizza dicendole: "Non preoccuparti: ti sto tenendo io." Al che lei risponde prontamente: "Tu stai tenendo me? E chi sta tenendo te?!"
La battuta è carina, ma fa molto più che divertire. Infatti, illustra come molti di noi si rapportano col controllo. Nel mondo c'è chi il controllo ce l'ha (come Superman) e c'è chi, invece, non ce l'ha (come Lois Lane) e si appoggia a chi ce l'ha.
Evidentemente, chi non ha controllo è alla totale mercé di chi ce l'ha, che può disporne come meglio crede. In pratica, chi ha il controllo tiene per le p..le chi non ce l'ha e per quest'utimo non è un gran bel modo di vivere la propria vita, magari anche in ambito lavorativo. Eppure, questo è ciò che fa la maggior parte delle persone, che ne siano consapevoli o meno.
Attenzione che non sto parlando di controllo sugli altri o sul mondo esterno, che è un modo meccanicistico di intendere il controllo; ma sto parlando di controllo su noi stessi e sulle possibilità che abbiamo di interagire costruttivamente con gli altri ed il mondo esterno, quindi sulla capacità che abbiamo di creare le condizioni che agevolino l'avverarsi di ciò che desideriamo: questo è il controllo sistemico.
So di cosa parlo perché mi sono trovato anch'io nella situazione di appoggiarmi totalmente sugli altri e questo mi ha portato a vivere il periodo in assoluto più buio e difficile della mia vita. Se deleghi ad altri il compito di interagire in vece tua con le situazioni che competono unicamente a TE di affrontare, non hai la minima via di scampo e la tua vita diventa un inferno: è matematico.
Sembra un concetto così banale che pare non valga nemmeno la pena di scriverci su un articolo, eppure è così tragicamente facile scivolare dentro questa modalità operativa, soprattutto quando si attraversano delle difficoltà; ma ti assicuro che queste difficoltà sono niente a confronto di quello che ti aspetta se ti rifiuti di esercitare il tuo controllo sulle situazioni.
Questi sono i tre maggiori errori che commettiamo in questo ambito.
L'alternativa "zero"
Questa è la situazione in cui si trova chi rinuncia ad avere controllo sulle diverse aree della propria vita. Esiste una sola possibilità e non ce ne sono altre: o così o niente. Da un punto di vista sistemico, questo equivale ad essere morti. Le cronache sono purtroppo zeppe di episodi su persone che si tolgono la vita perché perdono il lavoro o perché fallisce la loro azienda o perché vengono lasciate dal proprio partner o per decine di altri casi analoghi.
I casi, o le modalità con cui essi si manifestano, possono essere anche molto diversi fra loro, ma la causa è sempre e solo una: alternativa "zero", ossia nessun controllo. Come Lois Lane che cade nel vuoto e può solo dipendere dall'intervento esterno di qualcuno o qualcosa per salvarsi, ma senza poter far niente con le sue forze o capacità. Ed il più delle volte, l'esito è purtroppo scontato.
Per assumere il controllo dobbiamo crearci delle alternative. Se abbiamo paura che un domani possiamo perdere il lavoro, cosa facciamo, oggi, per crearci una o più alternative? Quali altre nuove capacità o competenze stiamo sviluppando? Quali diversi orizzonti e direzioni stiamo contemplando?
Appoggiarsi ad altri
Quando ci troviamo in difficoltà e non sappiamo che pesci prendere, proprio a causa di quanto sopra, è fin troppo facile essere tentati di appoggiarsi ad altri per uscire dalla situazione. Poco importa se sei tu ad andare da loro o, come anche molto spesso avviene, sono loro a venire da te offrendo il loro aiuto, com'è successo anche a me. Questo secondo caso è molto più frequente di quanto sembri ed è sconcertante. In effetti, se sono gli altri a venire da te dovrebbero essere un po' più impegnati nei tuoi confronti, ma non è così, come ho imparato a caro prezzo.
Il più delle volte, questo apparente "voltarti la schiena" dopo che ti hanno coinvolto non è per cattiveria. Magari anche loro si trovano in difficoltà e vengono da te pensando paradossalmente che "tu" possa aiutarli a superare il "loro" problema. Quando poi vedono che non è così, ma che anzi sei diventato per loro addirittura un peso, ti mollano. La prendiamo male quando succede questo ed il più delle volte decidiamo di rompere il rapporto con queste persone; ma in realtà la colpa è nostra, dal momento in cui abbiamo deciso di rimettere tutto il controllo ad altri e di appoggiarci a loro, per quanto fossero degni di fiducia.
Questo non significa che non dobbiamo mai ricorrere all'aiuto altrui in casi di difficoltà, ma anche in questo caso, dobbiamo mantenere il controllo. Come prima cosa, l'aiuto del tuo amico non può né deve essere la tua unica carta da giocare, ma solo una di tante a tua disposizione. Secondo, chiedi un aiuto specifico, non risolutivo. Non chiedergli di aiutarti a trovare un lavoro o di prestarti dei soldi o, in genere, di risolverti il problema, poiché la realtà è che il problema è tuo e lo devi risolvere TU. Piuttosto, chiedigli qualcosa di specifico che faccia parte di un piano più ampio per risolvere il tuo problema (es. presentarti una persona, fare una telefonata, ecc.)
Appoggiarsi ad altri che, a loro volta, non hanno controllo
Questo è davvero folle, eppure non solo ci cadiamo spesso quando siamo in difficoltà, ma è la situazione che causa il danno peggiore. Molto spesso queste persone vogliono davvero aiutarti, o magari ti "usano" (benevolmente) per fare qualcosa insieme, ma stanno anche loro brancolando nel buio. Le loro intenzioni sono anche sincere, ma al tempo stesso sentono il bisogno di dare ad intendere di avere il controllo e di essere in grado di portare a termine il progetto, innescando una situazione che si protrae potenzialmente all'infinito.
Succede a livello interpersonale, ma anche a livello più... "macro". E' il caso dei sindacati o di altre entità che dichiarano di voler tutelare un tuo interesse (avvocati, soci in affari, associazioni, ecc.). La realtà è che un sindacato, ad esempio, non ha alcun controllo. Può avere molta forza e molta influenza, ma poiché non è questi a creare i posti di lavoro (a meno che non sia per esigenze proprie), non ha alcun potere e quindi nemmeno controllo. Può scioperare quanto gli pare, urlare e strepitare quanto gli pare, minacciare quanto gli pare, ma se le aziende non assumono o se sono costrette a licenziare, i lavoratori vanno a casa: punto.
Anche qui, questo non significa che non dobbiamo assolutamente rivolgerci a chi non ha controllo, ma dobbiamo essere ben consci del ruolo che svolge e dei limiti che tale ruolo implica. Il problema è il vincolo di sudditanza psicologica che viene a crearsi con queste persone o entità. Se a monte c'è già una situazione di "alternativa zero" e ci si trova in difficoltà, è un attimo cadere in questa condizione mentale in cui contiamo con tutte le nostre forze che gli altri ci aiutino a superare quella situazione... ed è difficilissimo poi uscirne. Anzi, viene a crearsi una spirale perversa in cui il vincolo di sudditanza si rafforza sempre di più.
Faccio notare che i suddetti errori riguardano situazioni in cui il nostro interlocutore, cioè colui su cui ci appoggiamo, è in buona fede. Figuriamoci se poi ci si mette di mezzo anche la malafede! Il controllo non è un optional nelle nostre vite, non è qualcosa a cui possiamo decidere di rinunciare, perché questo equivarrebbe letteralmente a rinunciare ad una vita basata sull'efficacia e la dignità.
Per quanto difficile possa sembrarti una situazione, è necessario che tu vi trovi qualcosa su cui hai un certo controllo o che comunque tu crei una situazione alternativa in cui hai controllo. Questo ti dà modo di avere sempre e comunque una via d'uscita da una situazione che non puoi altrimenti gestire.